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19 settembre 2021

Mandy: la Bambola Maledetta

 









Al Quesnel Museum della Columbia Britannica, in Canada, tra tutti gli oggetti, le reliquie e i reperti storici esposti, spicca una bambola che, per via del suo aspetto e della storia che si cela dietro di esso, ha affascinato gli abitanti del luogo, i media canadesi e persino la direttrice del museo, Ruth Stubbs. Questa bambola si chiama Mandy e a fare così scalpore, così tanto notizia, è il fatto che si presume sia maledetta.
Mandy, diminutivo di Mereanda, è una bambola del 1900 fabbricata in Europa (probabilmente in Germania o nel Regno Unito) e fu donata al museo nel 1991 da una donna che sosteneva che la bambola avesse causato svariati incidenti e fosse stata la principale protagonista di parecchie "stranezze". La bambola di porcellana, quando fu donata, era in pessime condizioni, con crepe sul volto, il corpo spezzato, i vestiti sporchi e rovinati. La donna aveva raccontato alla direttrice che spesso si svegliava nel cuore della notte sentendo il pianto di una bambina, proveniente dal piano di sotto della sua abitazione. Ogni volta che andava a controllare non trovava alcuna traccia della presenza di una bambina, ma trovava sempre le finestre aperte e le tende spostate, nonostante prima di andare a letto avesse chiuso tutte le porte e le finestre della sua abitazione. Inoltre la donna notava che sparivano numerosi oggetti e suppellettili e non riusciva spiegarsene il motivo. Tutti questi spaventosi e inspiegabile accadimenti, la portarono a disfarsi della bambola. La direttrice sentendo questa storia aveva deciso di prenderla con sé e di tenerla esposta al museo.



Lo staff del museo sostenne che all'arrivo della bambola si verificarono strani avvenimenti, come spostamenti e sparizioni anomale di oggetti vari, un po' come succedeva a casa della precedente proprietaria. I visitatori del museo furono da subito attratti da Mandy e dal suo aspetto decisamente inquietante fissandola e discutendo di continuo, stregati dal suo sorriso sinistro e dal suo volto deturpato. Alcuni visitatori cominciarono a sostenere che osservandola bene è come se qualcosa di lei ti entrasse dentro, sentendo qualcosa di strano che ti pervade, come sensazioni ed emozioni intense e contrastanti, ma soprattutto dei brividi lungo la schiena. Altri visitatori sostengono che gli occhi di Mandy si muovano seguendo le persone all'interno del museo, altri ancora affermano addirittura di averla sentita parlare e ridere. Furono accusati anche dei malfunzionamenti alle telecamere di sicurezza e alle macchine fotografiche di coloro che avevano tentato di scattarle una foto. Numerosi parapsicologi hanno avuto a che fare con Mandy nel tentativo di comprendere quanto di quelle affermazioni, di quelle storie e di quelle testimonianze fosse vero. Tra pareri contrastanti, diversi sostennero che la bambola avesse delle energie maligne legata al suo passato, che si suppone sia oscuro, ma che resta comunque del tutto ignoto. 
In seguito a quell'inaspettato successo da parte di visitatori sempre più numerosi e assidui, Mandy fu spostata e sistemata in una teca, regalandole uno spazio tutto suo.




A oggi, Mandy è ancora esposta e continua a far parlare di sé i visitatori, attirati al Quesnel Museum dalla sua storia e dalla leggenda a essa legata.


11 settembre 2021

Il mito del Wendigo

 






I nativi americani, più spesso di quanto avrebbero mai potuto pensare, si ritrovavano a corto di cibo e, più in generale, di scorte alimentari. Le cause potevano essere molteplici: un pessimo raccolto, per esempio, una serie di sfortunate battute di caccia o delle epidemie che decimavano la popolazione e parte di coloro addetta all'approvvigionamento.
Capitava, così, che quando arrivava l'inverno, l'unico modo per procurarsi del cibo, per sopravvivere, era dedicarsi al cannibalismo. Di solito le "prede" erano gli anziani delle tribù, i deboli, coloro che non avrebbero comunque superato la stagione fredda o il periodo critico.
Quando ciò accadeva, si diceva che coloro che si erano dovuti nutrire di carne umana erano stati posseduti dal Wendigo, una creatura demoniaca capace di assumere sembianze umane e la cui credenza era diffusa tra le varie tribù degli attuali Stati Uniti d'America, del Canada e delle foreste settentrionali della Nuova Scozia.
Il Wendigo viene raffigurato, a grandi linee, come un essere di grandi dimensioni, con lunghi artigli e una bocca con denti affilati ma priva di labbra. Può essere provvista di corna ed è dotata di una velocità sovrumana.
Abile cacciatore di giorno, imbattibile la notte, è capace di rincorrere le prede per lunghi tragitti, per mangiarle vive una volta raggiunte.
La causa della trasformazione in Wendigo differisce da tribù a tribù: può essere causata dal morso da parte di un altro Wendigo, da una sua possessione spirituale o per mezzo di uno sciamano.
Quando questo avviene, la persona sente un irrefrenabile impulso a nutrirsi di carne umana, che conseguirebbe a chi se ne ciba velocità, forza e immortalità.


Rappresentazione del Wendigo


La leggenda del Wendigo è spesso associata al Bigfoot (o Sasquatch), anche se le caratteristiche fisiche di questi due esseri sono quasi del tutto differenti, dimensioni a parte.
Stephen King, noto scrittore canadese di romanzi horror, spesso nei suoi libri fa riferimento al mito del Wendigo; In Pet Sematary, per esempio, è il filo conduttore che collega il vecchio cimitero Micmac agli avvenimenti nefasti che accadono alla famiglia Creed.
Molto probabilmente, questo mito, questa leggenda, nasce con l'esigenza di fare da deterrente contro il cannibalismo, pratica abbastanza diffusa tra le tribù indiane del Nord America in situazioni di scarsità di cibo, come accennato a inizio articolo.
La figura del Wendigo è terreno fertile per le produzioni letterarie, cinematografiche e televisive, come nel film tratto dall'omonimo romanzo (di cui abbiamo appena fatto cenno) Pet Sematary del 1989 e di cui è uscito un remake nel 2019, nel secondo episodio della prima stagione della serie Supernatural o nel videogame Until Dawn, uscito in esclusiva nel 2015 per Playstation 4 e i cui mostri contro cui battersi sono appunto i Wendigo.

06 settembre 2021

Il cimitero di Moon Point








A sud della città di Streator, nell'Illinois, precisamente lungo la Route 23, si trova il Moon Point Cemetery. Il nome è dovuto a Jacob Moon, uno dei primi europei che nel 1800 colonizzò la regione e che aveva scelto quella terra per creare un cimitero di famiglia. Questo cimitero è molto antico e risale alla Guerra Civile; è anche conosciuto con il nome di  Moon Creek Cemetery. 




Il cimitero divenne famoso inizialmente per alcuni racconti sulle anime di soldati caduti e di entità demoniache che si aggirano tra le tombe al calare delle tenebre. Alcuni residenti della zona dicono che sia di giorno che di notte avvengono numerosi eventi inspiegabili, come risate di bambini, graffi sulla pelle, ombre e figure di persone tra le tombe. Tra le varie testimonianze, quella più interessante riguarda il fantasma di Hatchet Lady, il fantasma di una donna che, da quello che si narra,  vaga nel cimitero per vegliare sulla tomba di suo figlio, morto per le gravi ferite subite in guerra. La donna, una contadina che viveva nella periferia di Steator, dopo la morte del figlio ogni giorno si recava sulla sua tomba per piangerne la prematura scomparsa. Era solita andare in giro portando con sé un'ascia e il motivo era tanto di semplice deduzione quanto abbastanza contrastante con il suo aspetto mite da signora di una certa età: a quei tempi, infatti, era pieno di briganti e di profanatori di tombe, attratti anche e soprattutto da quelle dei militari, spesso seppelliti con le loro medaglie d'oro e d'argento, quindi la sua fedele ascia fungeva da deterrente nel caso, malauguratamente, ne incontrasse qualcuno. 


Hatchet Lady


Alcuni testimoni dicono che la si sente urlare o a volte anche solo sussurrare "andate via", ma non è chiaro a chi siano rivolte le sue parole. Oltre al suo fantasma, le testimonianze di quelli del luogo narrano di un'altra entità, quella di un ragazzo vestito con abiti del 1800 che si aggira nei pressi del cancello del cimitero e nelle aree circostanti. Si vedono anche delle luci fluttuanti, conosciute come Orb, di colore  rosso o bianco. Sono stati anche segnalati degli strani rumori dal custode del cimitero che, nel 2014, affermò di udirli provenire dalle spesse lastre di marmo delle tombe, come se dal sottosuolo qualcuno desse dei pugni come a volersi aprire un varco verso l'esterno, rumori che, a sua detta, duravano anche svariati minuti. 
Queste leggende, questi racconti e queste testimonianze, purtroppo, oltre a portare pubblicità a Streaton e al cimitero stesso, portano anche vandali e ragazzini curiosi che si intrufolano di notte alla ricerca di un fantasma da avvistare o lapidi da danneggiare. Per questo motivo, i residenti e la polizia locale hanno unito le forze e, soprattutto la sera, si affiancano a vicenda per pattugliare il cimitero ed evitare incursioni indesiderate.

02 settembre 2021

Gli Yūrei

 





Gli Yūrei sono degli spiriti di origine Giapponese. La leggenda narra che possono infestare persone, oggetti e luoghi. Non compaiono mai a caso, ma in luoghi ben precisi: dove furono uccisi, per esempio, seguendo il loro assassino o stando vicino alle persone che hanno amato. 
Per scacciarli, vengono praticati diversi rituali: quello funebre, che è anche il più comune, o quello dello scioglimento del legame con i vivi. Nel caso ci fosse uno Yūrei più "resistente" al rituale si dovrà procedere con un vero e proprio esorcismo.
Esorcizzare uno Yūrei non è come esorcizzare una persona posseduta da un demone tradizionale, così come avviene nella liturgia cattolica. In questo caso, infatti, l'esorcista tenta di "soddisfare" la richiesta che lo lega ancora al mondo terreno, mentre nel caso di uno spirito il cui corpo non abbia ricevuto una degna sepoltura, un cadavere che magari è stato occultato e mai ritrovato, per far sì che l'esorcismo funzioni è necessario trovare il corpo in questione e celebrare il funerale.
Ci sono diversi tipi di Yūrei. L'Onryō, per esempio, è un fantasma vendicativo che perseguita colui che l'ha maltrattato in vita. L'esorcismo, in questo caso consiste nel compiere la vendetta che l'anima sofferente brama. Se la vendetta non fosse realizzabile, l'esorcista dovrà procedere con dei diversi riti di purificazione. Il metodo più interessante nell'esorcizzare uno Yūrei è quello shintoista, nel quale si utilizza un Ofuda, un talismano consistente in un foglio su cui viene scritto il nome di un Kami, una parola Giapponese usata per indicare uno spirito soprannaturale o una divinità. L'Ofuda va premuto sulla fronte del posseduto, oppure lo si appende nel luogo infestato finché il luogo non sarà purificato dallo Yūrei.


Ofuda


In Giappone c'è un "gioco" che viene fatto per far manifestare gli Yūrei e che ha la stessa funzione delle sedute spiritiche effettuate con la tavola Ouija. Questo gioco si chiama Hyakumonogatari Kaidankai e funziona così: si accendono 100 candele e ogni partecipante racconta a turno una storia di fantasmi detti Kwaidan. Al termine di ogni racconto va spenta una candela e dopo che anche l'ultima candela viene spenta, lo Yūrei si materializza nel luogo in cui è stato evocato. 
Inizialmente gli Yūrei erano rappresentati come se fossero delle persone normali, poi con lo sviluppo della letteratura, della pittura e del teatro, iniziarono a essere descritti e raffigurati con delle precise caratteristiche.


Yūrei

Vengono infatti rappresentati con dei lunghissimi capelli neri, una veste bianca molto ampia che impedisce di vedere la parte inferiore del loro corpo, le braccia tese in avanti, un andamento fluttuante e delle fiammelle che virano tra il blu e il viola intorno a loro. Nei manga, lo  Yūrei viene rappresentato con in testa un fazzoletto bianco piegato a triangolo.


Yūrei nella tradizione nipponica
Yūrei nei Manga



Come accennato prima, ci sono varie categorie di Yūrei:


Jibakurei

Spirito di un suicida o di qualcuno morto con dei rimpianti, infesta un particolare luogo.


Hyōirei 

Fantasma che si insinua nel corpo di un vivente, molto simile a una possessione.


Onryō 

Fantasma vendicativo che torna nel mondo dei vivi per perseguitare colui che l'ha maltrattato in vita.


Goryō

Spirito di aristocratico ucciso o tradito dai propri servi che torna per chiedere vendetta.


Funayūrei

Spettro di marinaio morto in mare, se sale su una nave ne causa l'affondamento.


Gaki (o Preta)

Nato e diffuso nell'ambito della cultura buddista, è un fantasma morto col peccato dell'avarizia o della gelosia, è condannato a desiderare di sfamarsi e dissetarsi invano e viene raffigurato con particolari oggetti nelle mani. Spesso è disgustoso e avvilito.


Jikininki

Una variante del precedente fantasma, ma condannato a cibarsi di cadaveri.


Ikiryō

Particolare forma di spirito che si manifesta quando la persona ancora in vita ha un forte desiderio di vendetta. Appare vicino ai familiari.


Zashiki-warashi

Fantasma di bambino, è spesso molesto.