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09 settembre 2025

The Conjuring - Il Rito Finale: i coniugi Warren di fronte al male più oscuro

 



Tra i grandi protagonisti della saga horror moderna, Ed e Lorraine Warren non sono semplicemente personaggi di un film, sono il cuore pulsante di The Conjuring - Il Rito Finale, l'ultima e spaventosa battaglia contro le forze demoniache. Basati sulle figure reali dei celebri demonologi, i Warren incarnano il coraggio e la fragilità umana di fronte a un male che sembra impossibile da contenere.

In questo capitolo i Warren non si limitano a indagare, vivono sulla propria pelle il prezzo di ogni esorcismo e di ogni rituale. Ed, con la sua fermezza e la protezione che cerca di garantire alla moglie, mostra tutta la tensione di un uomo che lotta contro l'impossibile. Lorraine, con il suo dono medianico, diventa il tramite tra il mondo dei vivi e quello dei dannati, ma ogni visione è un colpo all'anima, un rischio di smarrire sé stessa.

E' questo contrasto tra forza e vulnerabilità a rendere i protagonisti così credibili e vicini allo spettatore. Non sono eroi invincibili, sono due persone che scelgono di affrontare l'oscurità nonostante la paura.



The Conjuring - Il Rito Finale non racconta soltanto di possessioni e rituali, ma del legame indissolubile tra i Warren, costretti, loro malgrado, a dover affrontate una entità soprannaturale legata a un misterioso specchio che infesta la famiglia Smurl (cliccate sul link per leggere la vera storia dalla quale è tratto quest'ultimo capitolo).

In questa occasione il terrore diventa ancora più palpabile perchè ci si immedesima in loro: e fossimo noi a dover scegliere tra proteggere la persona amata o cadere in preda di un'entità demoniaca? E' questo dilemma a rendere il film un'esperienza emotiva, oltre che spaventosa.

Senza Ed e Lorraine, inutile negarlo, la saga non avrebbe lo stesso impatto. La loro figura storica (nel bene e nel male, anche alla luce di rivelazioni che li rendono meno "buoni" di ciò che erano, a quanto pare, in realtà) trasposta su pellicola riesce, anche in quest'ultimo capitolo, a dare un'aura di spettralità e  di angoscia perenne, scena dopo scena, dando un degno finale a una saga che si merita di diritto il posto sul podio della cinematografia horror dell'ultimo ventennio.

Dopo L'evocazione - The Conjuring (2013), The Conjuring - Il Caso Enfield (2016) e The Conjuring - Per Ordine del Diavolo (2021), quest'ultimo capitolo mette davvero fine, in tutti i sensi, a un ciclo di storie legate e interconnesse a storie realmente accadute e che, seppure con le dovute differenze legate a scelte registiche, stilistiche e cinematografiche, sono riuscite a raccontare per certi versi uno dei tanti volti del male e dell'orrore puro.

The Conjuring - Il Rito Finale, diretto da Michae Chaves (che dal terzo capitolo prende le redini della saga sostituendo James Wan), riesce a conquistare il pubblico con ciò che è sempre stato il fulcro di ogni capitolo: difendere ciò che si ama a tutti i costi.


06 agosto 2025

Bring Her Back: l'horror che trasforma il dolore in puro terrore psicologico




 


Nel vasto panorama del cinema horror contemporaneo, Bring Her Back emerge come un'opera intensa e disturbante, capace di trascinare lo spettatore in un vortice di angoscia e mistero. Diretto con mano ferma e visione lucida, il film si distingue non solo per la sua trama inquietante, ma soprattutto per l'atmosfera densa e opprimente che riesce a costruire fin dai primi minuti.

La storia ruota attorno a Ethan, un padre distrutto dalla morte improvvisa della figlia adolescente. Mentre il mondo attorno a lui sembra voler dimenticare, Ethan non riesce ad accettare l'assenza e si rifugia in rituali oscuri, guidato dalla promessa - o l'illusione - che un ritorno sia possibile.
Il desiderio di riabbracciare chi è perduto, però, si trasforma presto in un incubo, dove il confine tra amore e ossessione si fa sempre più labile.

La narrazione si sviluppa lentamente, con un ritmo studiato, quasi ipnotico, che riflette il tormento interiore del protagonista. Ogni scena è permeata da una tensione latente, che cresce fino a esplodere in momento di terrore puro ma mai gratuiti, sempre funzionali alla costruzione di un senso di inevitabilità e decadenza.

Ciò che rende Bring Her Back un horror memorabile è l'abilità con cui il regista - di cui si avverte l'influenza di autori come Ari Aster e Robert Eggers - orchestra suono, luce e composizione dell'immagine per creare un senso costante di disagio. I toni freddi della fotografia le ombre che sembrano vivere di vita propria e una colonna sonora minimalista ma disturbante, contribuiscono a imprimere ogni scena nella memoria dello spettatore.

Pur affondando le sue radici nei canoni del genere horror, Bring Her Back è anche un'opera profondamente umana. Il terrore non nasce solo dagli elementi soprannaturali, ma dall'incapacità di lasciare andare, dal bisogno disperato di riportare indietro ciò che  irrimediabilmente perduto. Il film si interroga con crudezza e delicatezza insieme, su quanto siamo disposti a sacrificare pur di non accettare la realtà.

Bring Her Back non è un horror per tutti. Non cerca scorciatoie, non punta agli spaventi facili, è un film che si insinua sotto la pelle, che lavora con la psicologia più che con il sangue, e che lascia lo spettatore con una domanda inquietante: e se chiami davvero qualcuno dall'aldilà, sei sicuro che sarà ancora la persona che ricordavi?

In un (fin troppo lungo) periodo in cui gli horror puntano tutto su dinamiche scontate e prevedibili, questo film rappresenta una piccola perla insieme a Talk to me - dello stesso regista - di cui Bring Her Back sembra esserne l'erede spirituale. Consigliato.


23 febbraio 2025

The Monkey: il film basato sul racconto di Stephen king

 






Il 20 marzo vedrà il suo debutto nelle sale cinematografiche italiane il film The Monkey (Negli Stati Uniti il film è uscito il 21 febbraio), basato sul racconto del sempre più prolifico Stephen King.
Il racconto, uscito nel 1985 nella raccolta di racconti Scheletri, parla del ritrovamento, da parte di un ragazzo, di una scimmietta giocattolo che, una volta azionata, provoca la morte di una persona a lui cara. Sbarazzatosi del malefico giocattolo, si ritroverà suo malgrado faccia a faccia con esso in età adulta.

Il film ne segue a grandi linee la trama, pur con delle variazioni che anche a chi ha già letto la storia non saprà di "già vista" più del necessario. Ruoterà infatti intorno ai gemelli Hal e Bill che, frugando nella cantina del padre trovano la scimmietta che una volta azionata, beh, già sapete, no?

Alla regia abbiamo Oz Perkins, figlio di Anthony Perkins, l'attore del film Psycho, che oltre ad aver partecipato come attore nel seguito del film interpretato dal padre, come regista ha comunque un bagaglio piuttosto esiguo, dato che ha diretto solo cinque film, l'ultimo dei quali (escluso The Monkey) è il controverso ma efficace Longlegs del 2024, con un formidabile Nicholas Cage nei panni del cattivo di turno.

Sebbene una trama del genere difficilmente potrà portare qualcosa di totalmente nuovo per quanto riguarda la sceneggiatura o eventuali colpi di scena, sicuramente un qualcosa ispirato a uno dei racconti del re dell'orrore non passa inosservato. Negli Stati Uniti l'accoglienza è stata un "ni", ma chissà che in Italia non possa incontrare terreno più fertile in quanto a incassi e spettatori amanti del genere.

Voi lo andrete a vedere?



13 giugno 2022

Voodoo

 






Il termine voodoo (o vudù) significa spirito o divinità, da alcuni tradotto anche come "segno del profondo", e ad oggi il termine si riferisce alla religione che ne prende il nome, una delle più antiche e controverse al mondo. Nacque in Africa occidentale ben prima del colonialismo ed è una religione che, miscelata ad elementi cattolici e ad altre forme spirituali africane, diede origine appunto al Voodoo. A dispetto di quanto si creda, magari perchè condizionati dall'immaginario collettivo dei rituali di magia nera che l'hanno reso popolare in tutto il mondo, si tratta di una religione vera e propria, con tanto di regole sia morali che sociali, cerimonie, seminari per la formazione del loro clero, sacerdoti e congregazioni. Questa religione venne resa ufficiale nello stato del Benin nel 1996 e ad Haiti nel 2003, diffusa anche in Togo, Nigeria, Ghana e Costa D'Avorio. Il Voodoo per un lungo periodo fu perseguitato dalla Chiesa cattolica, ma per gli schiavi  africani esportati in America dai colonialisti era una fede comune che li faceva sentire uniti. Il Voodoo si diffuse velocemente in tutta l'America Centrale incrociandosi con la religione cattolica, come già accennato, da cui trasse l'idea di Dio supremo dotato di numerosi intermediari. Il Voodoo riconosce un Dio chiamato Mawu, Olorum o Gran Met, a seconda della tradizione a cui si fa riferimento. I fedeli non possono interagire direttamente con la loro divinità, ma solo con i Loa, spiriti collettivi con particolari caratteristiche, simili per certi versi ai nostri santi cristiani. I Loa vengono invocati durante i rituali nei loro templi sacri e possono possedere alcuni dei loro fedeli a tal punto da condizionarne i movimenti e comunicare attraverso di essi. Ne sono l'esempio il famoso e molto conosciuto Papa Ghede, che presiede dall'oltretomba gli spiriti dei morti, Erzulie, lo spirito della fertilità per certi versi riconducibile alla nostra Madonna cristiana e Ogoun spirito del denaro e del potere terreno. La base del Voodoo è il rispetto per la natura, per gli antenati e per la vita umana, ritenuta sacra e impregnata di potere divino. Nella religione del Voodoo si crede che il mondo dei vivi e quello dei morti coesistano, come se fossero sovrapposti. Oltre ai Loa e ai Mawu esiste un "maestro della testa", un'entità molto simile al nostro angelo custode, il cui scopo è quello di consigliarci e proteggerci. Durante i rituali, spesso si eseguono sacrifici di animali, si utilizzano delle bambole e geometrie sacre, dette Veve, attraverso le quali vengono evocati i Loa. Il sacrificio animale è uni dei rituali che ha fatto considerare in maniera negativa il Voodoo, anche se alcuni ricercatori sostengono che sia un'usanza usata in molte religioni, anche in quella cristiana, come l'Agnello pasquale dell'Antico Testamento. Anche lo stesso utilizzo delle bambole è un rituale ricorrente e noto già in Europa molto prima della comparsa del Voodoo.




Durante i rituali, alcuni fedeli si lasciano possedere consapevolmente dai Loa, mentre in altri casi sono gli spiriti dei morti a volersi impossessare dei celebranti. Il posseduto viene definito "zombi", perchè durante il rituale non è padrone delle proprie facoltà ma è totalmente dominato dallo spirito. Secondo la religione Voodoo, nel corpo coesistono due anime. Una è quella denominata "piccolo angelo guardiano", fragile, abbandona il corpo momentaneamente durante le possessioni e anche durante il sonno, dato che è molto "sensibile" e predisposta a lasciarsi influenzare da ciò che succede all'esterno. Su di essa viene praticata la magia nera, con lo scopo di imprigionarla o influenzarla in modo da poterla comandare a proprio piacimento. L'altra anima, quella più materiale e legata al corpo, viene definita "grande angelo guardiano". Questa, rispetto all'altra, non è vulnerabile e lascia il corpo umano solo dopo la morte. Molti fedeli utilizzano diversi amuleti protettivi proprio allo scopo di proteggere l'anima del piccolo angelo guardiano e preservarla da eventuali malefici.


Questi amuleti (o talismani) sono chiamati "Gri-Gri" e si posso acquistare in diversi mercati; il più famoso è quello di Lomè ad Akodessewa. La religione Voodoo come abbiamo visto è un culto complesso, che mescola elementi animisti alle credenze cattoliche e ad altre pratiche tradizionali africane, compreso il feticismo, la venerazione di manufatti e oggetti realizzati soprattutto con materiali naturali investiti di sacralità, i cosiddetti feticci. Attraverso questi feticci, il credente cerca di assicurarsi la protezione dello spirito che vi risiede per indurlo a eseguire determinati compiti. Per far funzionare un feticcio è necessario donargli il soffio vitale tramite un rito molto importante chiamato Rito Di Consacrazione, che deve essere svolto cospargendo l'oggetto di sostanze apposite, recitando preghiere e offrendo sacrifici. I feticci vengono poi impreziositi da conchiglie, unghie, vernice, stoffa, piume. pellicce e varie erbe.




Gli spiriti che animano i feticci sono i Geni, anime sottoposte a Dio ma che vivono tra gli uomini. Attraverso il feticcio, infatti, è possibile soddisfare tutta una serie di richieste, come assicurarsi protezione, esaudire desideri o danneggiare qualcuno qualora sia coinvolta la magia nera. Se i problemi da risolvere risultano molto difficili e complicati, potrebbe essere necessario sacrificare un bue, una pecora, una capra o un pollo,  versandone il sangue sull'oggetto e fargli acquisire, così, più potere. Il Benin è il solo stato africano con la percentuale maggiore di seguaci del Voodoo e in cui si possono trovare anche mercanti di feticci, cadaveri essiccati di topi, pipistrelli, uccelli, serpenti e leopardi, teschi, singole ossa, bambole di legno e cosi via. 
Ogni anno, il 10 Gennaio, nella città di Ouidah, nel Benin c'è un evento molto interessante e famosissimo, il Voodoo Festival. Durante questo festival, che attira fedeli da diversi paesi dell'Africa, c'è una lunga processione che va dal Tempio dei pitoni lungo la via degli schiavi fino alla spiaggia, dove si alternano balli, sfilate in maschera, musiche incessanti e trance ipnotiche. 
I feticci in Benin fanno parte della quotidianità e vengono spesso custoditi in casa o appesi in punti strategici dei villaggi, come gli ingressi e le uscite. Il feticcio più famoso è quello della città di Dankoli, un luogo di culto conosciuto da molti africani e che ha addirittura la fama di essere talmente potente da non richiedere l'intermediazione degli iniziati voodoo. 
A Dankoli i fedeli possono eseguire infatti dei rituali da soli, facendo le dovute richieste direttamente al loro Dio con delle preghiere.


                                                                  


Se in seguito alla preghiera il desiderio viene esaudito, il fedele torna per sacrificare un animale e versare il suo sangue sul simulacro. Maggiore è la portata del desiderio richiesto, più grande sarà l'animale da sacrificare. Lungo le strade del Benin sono frequenti, oltre ai mercati tematici, i santuari voodoo, posizionati nella maggioranza dei casi vicino agli alberi Roko. Questi alberi possono arrivare fino a 500 anni di età e, a detta di parecchi testimoni del luogo, sono dotati di poteri soprannaturali. Per gli appassionati del genere e per i fedeli il Benin è una terra tutta da scoprire.

25 ottobre 2021

Halloween Kills: Michael Myers è tornato

 





Il 21 ottobre, giusto in tempo per Halloween, è uscito nelle sale cinematografiche italiane il film Halloween Kills, il dodicesimo sequel di una delle saghe horror più longeve che si ricordino e che è ancora capace di scavare a fondo nel suo protagonista, quel Michael Myers all'apparenza invincibile, fratello di Laurie, interpretata dalla magistrale e sempre sul pezzo Jamie Lee Curtis.
Nel film precedente avevamo lasciato Michael arrostire per bene tra le fiamme del seminterrato di Laurie Strode per mano di quest'ultima, con l'aiuto della figlia Karen e della nipote Allyson.
Senza voler rivelare troppo della trama, ci limitiamo a dire che, come avrete capito, Michael è ben lontano dall'essere morto e che anche in questo capitolo lascerà la sua copiosa scia di cadaveri dietro di sé, mentre Laurie dovrà, per l'ennesima volta, tentare di fermarlo.
Cosa dire di questo seguito? A parte atmosfera e fotografia, che da sole bastano a incarnare il mito di Halloween (inteso come saga cinematografica) e di Myers, la sceneggiatura e i dialoghi rendono il tutto abbastanza grottesco, forzato, rischiando di minare, in alcuni frangenti, la credibilità e la godibilità del film stesso.
Vale la pena andarlo a vedere? Assolutamente si, anche solo per l'aria che si respira e per il periodo che reclama a gran voce l'horror di una volta, quello dei cult, dei personaggi simbolo di questo genere, che da soli reggono l'intero film e tengono gli spettatori davanti allo schermo fino ai titoli di coda.
Halloween Kills era originariamente previsto per il 2020, ma a causa del Covid, così come per altre produzioni cinematografiche, la sua uscita è slittata a quest'anno. E' in programma anche l'uscita di un ulteriore sequel, previsto per ottobre 2022, e che dovrebbe intitolarsi Halloween Ends, il che fa intendere che anche in HK, il caro e vecchio Michael Myers se la caverà egregiamente, pronto a scatenare l'ennesima carneficina in quello che si preannuncia l'ultimo capitolo della saga.
O forse no?

Qui di seguito, il trailer in italiano del film:




26 settembre 2021

William Bill Ramsey: il lupo mannaro di Southend









Un caso molto particolare, tra i tanti a cui indagarono i coniugi Warren, è quello che prese il nome di "Il lupo mannaro di Southend" e che coinvolse un uomo di nome William Bill Ramsey. 
Bill Ramsey nacque nel 1943 a Southend-on-Sea, una contea inglese. Sin dalla tenera età aveva sofferto di disturbi del comportamento, che i suoi genitori non erano riusciti a definire e a curare. La causa di questi strani fenomeni sembra abbiano avuto inizio quando Bill aveva 9 anni. Stava giocando nel giardino di casa, immaginando di essere un pilota di aerei. A un tratto un freddo gelido gli attraversò le ossa e uno strano odore, paragonabile a quello di un animale bagnato, permeò l'aria. Il bambino iniziò a urlare a squarciagola e a strappare con i denti l'erba del giardino; contemporaneamente il cielo si era oscurato. La madre, sentendo le  urla  del figlio, si precipitò da lui per calmarlo, ma Bill aveva preso a ringhiarle contro e a strappare la recinzione a morsi e a mani nude. 
Qualche giorno dopo ebbe anche un comportamento anomalo in pubblico, mordendo, ringhiando e camminando a quattro zampe, proprio come un cane, o meglio un lupo. Verso i 12 anni,  il ragazzo ebbe un altro comportamento decisamente strano, sempre in pubblico. La madre lo stava accompagnando a scuola tenendolo per mano, quando lui d'un tratto mollò la presa e a quattro zampe si precipitò a scuotere con violenza un palo pubblicitario, sbavando e ringhiando contro chiunque gli si avvicinasse. In un'altra occasione, i genitori di Bill lo videro distruggere un pilastro di cemento con la sua sola forza delle mani. Da allora, gli attacchi divennero più frequenti, ma i genitori si affidarono ad alcuni psicologi che seppero insegnare al ragazzo come controllarsi in quei momenti di rabbia improvvisa. 




Bill, con il tempo, si era convinto di essere un lupo mannaro rinchiuso in un corpo umano, una convinzione che lo accompagnò tutta la vita. 
Nel 1983 si presentò in ospedale in stato confusionale e con la bava alla bocca, dicendo agli infermieri che doveva essere legato perché stava per perdere il controllo. Scambiato per uno dei tanti pazzi che ogni tanto si presentavano alle porte del Southend Hospital, non venne creduto e qualcuno si fece persino beffa di lui. 
D'un tratto, tra l'ilarità e lo scompiglio generale dovuto alla situazione assurda,  l'uomo salto addosso a un infermiere e lo morse al braccio, quasi staccandone una porzione, poi tentò la fuga a quattro zampe, ringhiando e cercando di mordere chiunque gli si avvicinasse, come le volte precedenti. Fortunatamente fu raggiunto, sedato e sottoposto ad un trattamento per capire quale fosse il suo problema. 


William Bill Ramsey


Nonostante i suoi problemi psichici e comportamentali, Bill si sposò ed ebbe tre figli, rivelandosi un padre affettuoso ed un rispettabile uomo di famiglia. Tuttavia, poco dopo il suo matrimonio iniziò ad essere tormentato dagli incubi. Si svegliava nel cuore della notte ringhiando e ululando come un lupo, nella preoccupazione di  tutti i familiari. Un'altra sera, mentre era in un locale a bere in compagnia di alcuni amici, sentendosi poco bene si recò in bagno e specchiandosi vide il riflesso di un lupo. Scioccato,  chiese ai suoi amici di essere riaccompagnato a casa e durante il tragitto aveva cominciato a ringhiare contro l'amico alla guida, che fermò l'auto immediatamente e con l'aiuto degli altri amici lo immobilizzarono. Una volta tornato in sé, come tutte le volte precedenti, Bill non ricordava nulla dell'accaduto.


Southend Hospital


Successivamente fu rinchiuso nel reparto psichiatrico del Southend Hospital per un breve periodo. 
Il 22 luglio 1987, in compagnia di una prostituta locale, Bill si recò presso la stazione di Polizia di Southend chiedendo di essere rinchiuso in cella dai poliziotti, preoccupato di poter essere pericoloso nei confronti delle persone. I poliziotti, credendolo ubriaco, lo invitarono ad uscire e a non allarmare più gli agenti di polizia con le sue assurde storie (in città ormai si era sparsa la voce in merito alle sue stranezze). All'improvviso iniziò a ringhiare come un animale rabbioso nei confronti di Terry Fisher, il sergente di polizia di turno quella sera, che fu afferrato per la gola, sollevato in aria e lanciato a terra come se fosse stato una bambola di pezza. Per fermare Bill, che in quel momento pareva essere dotato di una forza sovrumana, dovettero intervenire sei agenti di polizia, che si scrollò di dosso con una facilità disarmante, finché insieme non riuscirono a bloccarlo e a rinchiuderlo nella cella di detenzione della stazione di polizia. Per tutta la notte Bill ringhiò, si scagliò ripetutamente contro le sbarre e cercò di infilare la testa e le braccia attraverso lo sportello di ispezione della cella, costringendo gli agenti a chiamare un medico per somministrargli un potente sedativo. Data la sua situazione psicologica decisamente labile, fu inviato al Runwell Hospital per un esame psichiatrico. 


Runwell  Hospital


Una volta giunto al Runwell, però, Bill non ricordava nulla di quanto successo e gli psichiatri pensarono che potesse soffrire di una malattia mentale nota come licantropia clinica, una condizione mentale in cui la persona crede di essere un animale e di conseguenza si comporta come esso. I media iniziarono a interessarsi al caso chiamando l'uomo " Il lupo mannaro di Southend". 


Ed e Lorraine Warren


A questo punto entrarono in gioco i Warren, che dopo aver visto un documentario sul caso, cominciarono ad indagare pensando che si trattasse di una possessione demoniaca e decisero di contattare Bill. Il 28 luglio del 1989, Bill viaggiò attraverso il Connecticut, negli Stati Uniti, per incontrare i Warren e fu portato portato nella cappella della Madonna del Rosario. Lì Padre McKenna praticò su di lui un esorcismo. 


Bill con Padre McKenna


Durante l'esorcismo, Bill fu trattenuto perché si contorceva e ringhiava nei confronti del vescovo, affermando successivamente di aver sentito come se "una forza lasciasse il suo corpo", e da quel momento pare che non ebbe più attacchi di nessun genere. Ad oggi è considerato l'unico caso autentico di licantropia.
Tutti gli eventi del caso sono riportati nel libro Werewolf: A True Story of Demonic Possession, scritto dai coniugi Warren, pubblicato la prima volta nel 1991 e attualmente ancora in vendita in lingua originale su svariati store online.


18 agosto 2021

Aokigahara (Jukai): la foresta dei suicidi





C'è una foresta di 35 km quadrati che si estende a nord-ovest del monte Fuji in Giappone, precisamente nella prefettura di Yamanashi. La foresta si chiama Aokigahara, che significa "Mare di alberi silenti". Ha una vegetazione molto fitta e la sua estensione è talmente ampia che è possibile trovare sia rocce laviche che vere e proprie caverne di ghiaccio. Questa foresta è tristemente conosciuta in Giappone e nel resto del mondo per essere teatro di innumerevoli suicidi. Nel 1998 vennero trovati 74 corpi in avanzato stato di decomposizione, nel 2002 ne vennero trovati 78; nel 2010 al suo interno avvennero 247 suicidi, nel  2014 ne avvennero 110, nel 2016 173 e nel 2018 se ne contarono addirittura 340. Nel vano tentativo di dissuadere la gente dall'addentrarsi nella foresta per compiere l'estremo gesto, furono affissi numerosi cartelli, ma pare che questo, più che funzionare da deterrente, scateni l'effetto opposto. Il tasso di suicidi in Giappone, del resto, è tra i più alti al mondo. 




Corrono delle leggende su questa foresta; gli abitanti che vivono nelle vicinanze sostengono che sia maledetta e che le anime del passato, intrappolate in questo luogo, attirino a sé i passanti più sensibili, le persone fragili, malate, o individui con dei problemi che in quel momento sembrano irrisolvibili, convincendoli ad inoltrarsi nella selva oscura per venirne inghiottiti e successivamente ritrovati cadaveri. Numerosi sono i casi di visitatori che, senza alcun problema apparente di depressione o di salute, furono ritrovati impiccati.




Sia i visitatori che gli abitanti vicini ad Aokigahara, dicono che il silenzio della foresta sia un qualcosa che ti entra dentro e ti offusca la lucidità. Le modalità di suicidio più usate sono due: l'impiccagione e l'overdose da farmaci. I corpi senza vita vengono regolarmente ritrovati in diverse zone delle foresta, alcuni completamente nudi, come se avessero voluto offrirsi a una qualche divinità con il loro sacrificio.




Ad alimentare queste leggende fu anche il romanzo giallo di Kuroi Jukai, scritto da Seicho Matsumoto nel 1960 e che termina con la drammatica morte di due amanti che si suicidano proprio in questa foresta. Il nome Aokigahara è anche associato all'usanza detta ubasute (tradotto in: abbandono di una persona anziana) del 1800, in cui i membri anziani venivano accompagnati e guidati fin dentro la foresta dai loro cari per poi abbandonarsi alla morte. Tale usanza era necessaria nei periodi di carestia al fine di far fronte alle carenze di cibo sacrificando i membri più deboli e meno produttivi, gli anziani appunto. Sempre secondo la leggenda, dopo la loro morte si trasformavano in yurei, anime incapaci di raggiungere l'aldilà. Nel 1993 uscì, non senza polemiche, anche il "Manuale Completo del Suicidio", scritto da Wataru Tsurumi, le cui copie furono spesso ritrovate accanto ai corpi nella foresta. 
Il problema dei suicidi di Aokigahara è talmente rilevante che ogni anno viene incaricata una squadra di ricerca per recuperare i cadaveri, accentrarli in punti comuni e sorvegliarli fino all'arrivo delle autorità.

Nel 2015 uscì il film La foresta dei sogni , diretto da Gus Van Sant, con Matthew McConaughey, Naomi Watts e Ken Watabase.


Locandina del film

La trama narra di un uomo che, spinto dall'amore e dal rimorso, si reca in Giappone, nella misteriosa foresta di Aokigahara, per intraprendere un difficile cammino di riflessione e di sopravvivenza.

 



Nel 2016  uscì Jukai - La foresta dei suicidi, diretto da Jason Zada, con Natalie Dormer e Taylor Kinney.

Locandina del film


Il film racconta la storia di una ragazza americana arrivata in Giappone per ritrovare la sorella misteriosamente scomparsa. La ricerca la porta ad addentrarsi all'interno di un'antica foresta, nota per essere la destinazione di persone intenzionate a suicidarsi.




Sulla famosissima piattaforma di Netflix, invece, nel documentario Dark Tourist del 2018, la seconda puntata si svolge nella foresta di Aokigahara.

27 giugno 2021

I coniugi Ed e Lorraine Warren

 





Ormai tutti conosciamo questi due personaggi, resi famosi grazie alla saga The Conjuring e alla bambola Annabelle (alla quale è stata dedicata, a sua volta, una serie di film).
Ed e Lorraine Warren, infatti, rappresentano una delle coppie più importanti di demonologi riconosciute dalla Chiesa, con oltre diecimila casi riguardanti fenomeni paranormali, possessioni e oggetti maledetti di cui si sono occupati.
Edward Warren Miney, nato il 7 settembre del 1926 a Bridgeport (Connecticut) e morto il 23 agosto del 2006 a Monroe, era un veterano della marina degli Stati Uniti della Seconda Guerra Mondiale ed ex agente di polizia. Ed nacque e abitò nella zona malfamata di Bridgeport conosciuta come il "secchio di sangue", perché era frequentata da assassini e gangster. Egli raccontò di aver vissuto in una casa infestata dall'età di 5 anni fino ai 12. Suo padre, che anche lui all'epoca era un ufficiale di polizia, gli diceva che "tutto ciò che succedeva aveva una ragione logica", ma lui non era dello stesso parere. A suo dire, infatti, Ed in questa casa avrebbe visto il volto di una donna anziana apparire da dentro il suo armadio, che durante la notte si apriva da solo; sentiva il rumore di passi anche quando era notte e tutti dormivano, rumori di qualcuno che "martellava" sulle pareti e, su queste ultime, trovava anche dei graffi. Tutto questo lo spaventava, ma allo stesso tempo lo incuriosiva al punto da voler scoprire di più su questi fenomeni di cui era testimone.
Lorraine Rita Moran nata il 31 Gennaio del 1927 anche lei a Bridgeport City, frequentò la prestigiosa scuola privata Laurelton Hall e durante la guerra svolse diversi tipi di lavori. Si è sempre definita una chiaroveggente. Ed e Lorraine Warren si sposarono il 22 maggio del 1945 a Bridgeport, durante il congedo di Ed. Nata quasi per gioco, ben presto la loro attività di ricercatori dell'occulto subì una svolta: Ed, segnato sin dall'infanzia da esperienze paranormali, come già accennato, creava dipinti i cui soggetti erano sempre e solo case infestate. All'inizio della loro attività viaggiarono nel New England e nel New Hampshire affiancati da un'altra coppia con cui condividevano la stessa passione. Una delle loro prime investigazioni riguardò la Ocean Born Mary House nell' Henniker, New Hampshire. Ed stesso raccontò: "Ero con Lorraine e con quest'altra coppia di amici. All'epoca avevamo circa 19 e 20 anni. Stavamo viaggiando per provare a vendere alcuni dei nostri dipinti per il prezzo di 3 o 4 dollari ciascuno. Dovete ricordare che all'epoca la birra costava 12 centesimi a gallone, e gli hot dog una moneta da 10 centesimi. Alla luce di questo, 3 o 4 dollari a dipinto non era affatto male. Ad ogni modo, a un certo punto abbiamo chiesto indicazioni per raggiungere questa casa infestata. Arrivammo alla casa e chiesi al mio amico, che fino a quel momento era rimasto scettico, di scendere dall'auto e andare fino alla porta, per vedere cosa succedesse. Lui, per tutta risposta, mi disse che non sarebbe mai andato. Così ho fatto la cosa più logica, ho "gettato" Lorraine fuori dall'auto e mi sono chiuso dentro. Io sapevo che qualunque "cosa" avesse voluto prenderci avrebbe mirato prima a lei, a causa della sua aura irlandese e tutto il resto. Siamo rimasti a guardare mentre bussava alla porta. Abbiamo visto apparire una luce in una finestra in alto, poi la luce è scesa fino al piano più basso ed infine la porta si è aperta. Noi lo vedevamo a malapena ma presto vedemmo Lorraine farci segno di seguirla. Per farla breve, siamo entrati tutti in casa e abbiamo parlato a Mr. Roy, il curatore. Quella fu la prima volta che Lorraine ebbe un'esperienza psichica. Si è proiettata astralmente fuori dal suo corpo ed ha anche volteggiato sopra di noi!" 
Da quel momento in poi le abilità di Lorraine Warren aumentarono sempre di più. Fu oggetto di studi alla UCLA, l'Università della California a Los Angeles, sotto la supervisione della dottoressa Thelma Moss. Tutte le sue abilità furono accuratamente documentate. Lorraine può benissimo essere descritta come una chiaroveggente e una medium capace di entrare in leggero stato di trance. Questo significa che può sentire e vedere cose sconosciute alla maggior parte delle persone, inoltre può vedere l'aura di queste ultime. Nel 1952 i coniugi Warren fondarono la New England Society for Psychic Research, la più antica ed autorevole associazione di "cacciatori di fantasmi" del New England. Tra gli altri iscritti, annoveravano non solo sensitivi e amanti del paranormale, ma anche medici, ricercatori, funzionari di polizia, preti e in generale rappresentanti religiosi di qualsiasi religione, con un unico obiettivo: combattere le forze del male. Aprirono anche il The Warren's Occult Museum nel seminterrato della loro casa a Monroe, Connecticut, luogo dove tutt'ora vengono conservati, in condizioni di massima sicurezza, oggetti legati alle loro indagini, tra i quali:

- idoli satanici;
- uno specchio usato per evocare spiriti;
- la bambola Shadow, capace di uccidere nel sonno;
- la famosissima Annabelle;
- maschere usate per proiezioni malefiche;
- la bara di un vampiro;
- crocifissi profanati;
- fotografie psichiche;
- lapidi di tombe di bambini utilizzate per messe nere;
- oggetti maledetti africani ed egiziani;
- abiti da sposa maledetti.


Alcuni dei cimeli custoditi nel museo




A sinistra la vera Annabelle, a destra, quella del film




Ed e Lorraine Warren sono anche autori di numerosi libri sul paranormale e sulle loro indagini.
I casi più importanti affrontati dai coniugi Warren sono:

- Amityville
- Il caso Enfield
- L'assassino indemoniato
- Lupo mannaro
- Annabelle
- La famiglia Perron
- La famiglia Snedeker
- Union Cemetery
- Cody e "l'Uomo" (altrimenti conosciuto come "The Demon Child).

La coppia ebbe anche una figlia di nome Judy, che si sposò con Tony Spera e dal quale ebbe 4 figli, trasferendosi a New Milford.


Foto dei coniugi Warren con la piccola Judy



Judy, l'unica figlia dei Warren, ai giorni nostri


Dopo la morte la morte di Ed, Lorraine ha continuato a indagare, spiegando che: "E' stato Ed stesso a farmi sapere che lui voleva che continuassi a fare questo. Quindi devo dire che lo sto facendo per lui. Lo sto facendo per onorare mio marito. Il lavoro significava molto per lui, è per questo che voglio portare avanti la sua eredità". 
Oltre alle indagini, Lorraine ha continuato a gestire il loro Museo dell'Occulto con l'aiuto del genero.



Lorraine Warren nel suo Museo dell'Occulto, accanto alla bambola Annabelle


Lorraine morì all'età di 92 anni, il 18 Aprile del 2019.
La coppia riposa in pace presso lo Stepney Cemetery in Monroe, Connecticut. In quel cimitero, i Warren si erano trovati a lavorare a un caso di infestazione da parte di una "donna vestita di bianco" con il vescovo Robert McKenna.
E' attualmente nelle sale cinematografiche il film, legato all'omonima saga e ispirato a una delle loro celebri investigazioni: The Conjuring - Per ordine del diavolo.



La lapide dei Warren


03 ottobre 2020

Jonathan Galindo: la nuova, pericolosa challenge che serpeggia tra i ragazzini via social

 




Questo non è il solito post che racconta storie dell'orrore e leggende metropolitane, neanche di serial killer passati alla storia per la loro efferatezza, ma riteniamo giusto parlarne, perchè quella di Jonathan Galindo, la nuova challenge che serpeggia pericolosa, insidiosa, tra i social e i gruppi chat dei ragazzini, è una storia purtroppo attuale.
Come con la Blue Whale e Momo, anche in questo caso si viene contattati su Whatsapp, su Telegram o su qualsiasi altro gruppo di ragazzini e adolescenti. Il contatto in questione sarebbe un certo Jonathan Galindo e si presenta con una foto, le cui sembianze ricordano particolarmente quelle di Pippo, il personaggio della Walt Disney, ma molto più "umanizzato". 
I ragazzini ne hanno paura, perchè a quanto pare, le richieste di questo profilo sotto mentite spoglie, portano alla morte di chi si presta a volerne seguire le folli regole.
Lo sanno bene i genitori dell'undicenne morto a Napoli, gettatosi giù dal balcone perchè, come scritto alla madre in un messaggio prima di compiere il folle gesto, non c'era più tempo, doveva seguire "l'uomo con il cappuccio".
Le dinamiche con cui questo tizio o questi tizi (non è dato sapere se più di una persona si finga Jonathan Galindo, per il puro, sadico piacere di terrorizzare a morte i ragazzini) convincerebbe i giovani a tali gesti estremi non sono ancora chiare, ma il fatto di aver scoperto, anche se troppo tardi - visto che c'è già stata una vittima - questo nuovo pericolo, è un vantaggio da non sottovalutare. 
I giovani si convincono che ci sia "l'uomo nero con il cappuccio" a sorvegliarli giorno e notte, soprattutto la notte, a spiarli, a tenerli d'occhio e che se non accettano le sue richieste, se non seguono le sue regole, ne pagheranno le conseguenze. 
Conseguenze che, a quanto pare, sembrano spaventarli più della morte stessa.
Le indagini sono subito state avviate, sono stati chiusi parecchi profili Facebook di "buontemponi" che si dichiaravano il vero e unico Jonathan Galindo, tanti altri sono ancora sotto controllo, nella speranza che possano portare all'origine di tutta questa assurdità.
Ma chi è Jonathan Galindo? Come nasce quel volto inquietante? Il volto è di James Fazzaro, che già nel lontano 2012 aveva postato foto e video travestito in quel modo per puro divertimento, di certo senza alcun intento criminoso o illecito, soltanto per goliardia. Qualcun altro, invece, ha ben pensato, recentemente, forse imbattendosi in quella foto così "strana", di utilizzarla per avviare un gioco che ha tutto, tranne il significato intrinseco che dovrebbe avere, quello di giocare appunto. Come con Momo, in cui la foto di una scultura dell'artista giapponese Keisuka Aisawa ritraente una "donna uccello" dai lineamenti spettrali, venne utilizzata per avviare una challenge dalle medesime caratteristiche di quest'ultima e altrettanto pericolosa.


Immagine di Momo


Qualunque sia la verità, che sia un fenomeno circoscritto o meno, non si può e non si deve abbassare la guardia verso questo pericolo a portata di pc, smartphone e tablet, anche perchè questi sono ormai comunemente utilizzati da bambini, ragazzini, giovani che non comprendono neanche lontanamente le insidie che nasconde il web e quanta cattiveria possa esserci tra le sue "reti". 
Abbiamo sentito il dovere quindi di avvertire anche noi, nel nostro piccolo, tutti coloro che, per un motivo o per un altro, sono a stretto contatto con dei bambini, che siano i  propri figli, fratellini e sorelline, cugini, amici, semplici conoscenti: se vi accorgete che ricevono messaggi, richieste, contatti da parte di Jonathan Galindo e in generale da chiunque non sia un loro diretto conoscente, segnalate il contatto in questione alle autorità competenti, che siano gli amministratori di un determinato gruppo, di un social o, se lo ritenete necessario, le forze dell'ordine.
Tra amanti dell'horror quali siamo, noi e voi, sappiamo che nutriamo il gusto verso certe storie, dimenticando però che l'orrore, spesso, può essere più vicino di quanto pensiamo.


Jonathan Galindo



02 ottobre 2020

Le misteriose morti del passo di Djatlov

 




La notte del 2 febbraio del 1959 avvenne una delle morti più misteriose e tutt'oggi inspiegabili al mondo, dove persero la vita nove escursionisti, capeggiati da Igor Djatlov, dal quale prese nome il passo in cui si trovavano accampati quando avvenne il tutto.
Il passo in questione si trova nella zona settentrionale dei monti Urali e si trovava lungo la rotta programmata dal gruppo (otto uomini e due donne, Djatlov compreso) per l'attraversamento di questi ultimi. Dieci persone in totale, partite in treno con destinazione Ivdel, giunte sul posto il 25 gennaio, ma uno di loro, Jurij Judin, in seguito a una indisposizione, dovette abbandonare il gruppo prima di arrivare a Otorten, la loro prossima tappa, riducendolo in questo modo a nove persone.
Arrivati sul bordo di un altopiano e preparatisi per la salita, il 1° febbraio iniziarono la percorrenza del passo, in una condizione climatica talmente ostile che, avendogli fatto perdere l'orientamento, li costrinse ad accamparsi di emergenza sul pendio della montagna in attesa che le condizioni si assestassero e poter così continuare la loro marcia.
Prima di partire, in maniera cautelativa, il gruppo aveva preso accordi con la loro associazione sportiva che se entro il 12 febbraio non fossero rientrati sarebbero iniziate le ricerche per recuperarli. Nonostante tale accordo, però, i primi soccorso non partirono prima del 20 febbraio, poiché si pensava che un ritardo di una settimana fosse comunque fisiologico quando si trattava di spedizioni del genere.
Dopo sei giorni, con la collaborazione di polizia ed esercito, grazie all'utilizzo di elicotteri e mezzi da neve, la tenda fu ritrovata sul Cholat Sjachyl in pessime condizioni, con una serie di impronte che da essa proseguivano per circa cinquecento metri in direzione dei boschi.
I primi due corpo furono ritrovati, scalzi e vestiti solo con la loro biancheria intima, vicino ai resti di un fuoco sotto a un grande cedro, erano i corpi di Juri Krivoniscenko e Jurij Dorosenko, mentre tra questi ultimi e il campo furono ritrovati altri tre corpi, quello di Djatlov, di Zina Kolmogorova e Rustem Slobodin, a circa centocinquanta metri l'uno dall'altro e congelati in una posizione che suggeriva il loro intento di ritornare alla tenda.




Per il ritrovamento dei restanti quattro escursionisti (Ljudmila Dubinina, Nikolaj Vasil'evic, Aleksandr Zolotarev e Aleksandr Kolevatov) si dovette attendere il disgelo, il 4 maggio infatti furono trovati sepolti sotto un metro e mezzo di neve in una gola scavata da un torrente, a circa mezzo chilometro di distanza dal cedro accanto il quale erano stati ritrovati i primi due corpi.
Già dal ritrovamento dei primi cinque corpi erano state avviate le indagini per determinare le cause dei decessi. Da una prima ricostruzione si era evidenziato che dall'interno della tenda, i ragazzi erano scappati fuori, seminudi e in preda al panico, spinti da un terrore che li aveva disorientati. I loro corpi non presentavano alcuna lesione (a parte una piccola lesione cranica sul copro di Slobotin) e quindi la loro morte era stata causata, presumibilmente, da ipotermia.
Fin qui era tutto abbastanza lineare, se non fosse che le scoperte più scioccanti furono fatte esaminando gli altri quattro corpi ritrovati nella gola diversi mesi dopo. Esternamente, infatti, i quattro cadaveri non presentavano alcuna ferita esterna, ma l'autopsia rivelò, anche per essi, una frattura cranica oltre alla cassa toracica quasi del tutto disintegrata, una situazione che fu paragonata, non trovando altri metri di paragone, all'urto con un mezzo pesante o una vettura ad alta velocità. Ljudmila, inoltre, era stata ritrovata priva della lingua, degli occhi e di parte della mascella.




Si suppose che ad averli assaliti fosse stata la tribù dei Mansi, colpevoli di aver loro invaso il territorio, ma le uniche impronte ritrovate erano quelle degli escursionisti e l'assenza di ferite esterne non combaciava con tale teoria. Anche per quanto riguarda il fatto che molti di loro siano stati ritrovati senza vestiti addosso, o quasi, si provò a dare una spiegazione: Tale comportamento sarebbe lo spogliamento paradossale, in cui ci si spoglierebbe con l'illusione che, l'avvicinarsi all'ipotermia, provochi invece un innalzamento della temperatura corporea.
Investigatori, medici e ricercatori, alla fine, furono tutti convinti del fatto che, comunque fossero andate le cose, a ucciderli era stata una "irresistibile forza sconosciuta".
I dubbi su cosa sia veramente successo nel passo di Djatlov, comunque, restano ancora. Non si trovò una valida spiegazione, per esempio, agli alti valori di radioattività rilevati dagli abiti degli escursionisti, o alla strana abbronzatura di tutti i componenti, notata da un dodicenne al loro funerale (e divenuto, negli anni, il capo della Fondazione Djatlov), come se fossero stati esposti per ore alla lampada abbronzante.
Un gruppo di escursionisti, distanti circa cinquanta chilometri dal passo, quella stessa notte avvistarono delle "sfere luminose" in cielo, ma in seguito si scoprì che le luci da loro viste erano in realtà missili balistici.
Un'altra teoria, alimentata dal ritrovamento di rottami metallici nelle vicinanze, era che l'esercito avesse effettuato operazioni segrete in quella zona e che quindi era interessato a insabbiare il tutto.
Comunque siano andate le cose, ciò che avvenne quella notte fece parlare per anni la stampa e le riviste specializzate, fu realizzato un documentario nel 2000 da una rete locale (Il mistero del passo Djatlov) e fu edito l'omonimo libro della scrittrice Anna Matveeva.
nel 2013 uscì il film Il passo del diavolo e nel 2015 un videogioco ispirato a quei tremendi fatti, Kholat
Nel 2019 il governo russo, non del tutto convinto delle motivazioni addotte, decise di riaprire il caso, precedentemente chiuso nel 1959 per assenza di colpevoli.








18 settembre 2020

Film horror prossimamente al cinema

L'horror si sa, non va mai in vacanza, e con la riapertura dei cinema post lockdown è sempre più vivo e vegeto nell'industria cinematografica. A dimostrarlo è questa sfilza di nuove uscite che, tra il 2020 e il 2021, proveranno a rendere le nostre notti insonni. Tra nuove idee, rivisitazioni, sequel e vecchie leggende popolari, non c'è altro da fare che mettervi comodi e scegliere quello che fa per voi.

Cominciamo con un film che non passerà inosservato dagli "amanti" dei clown: Jack in the Box, uscito nelle sale il 17 settembre (ieri, in pratica).
La trama ruota attorno a una vecchia scatola contenente un pupazzo a molla con le sembianze di un clown che, una volta ritrovata e aperta dai nuovi proprietari, questi scopriranno che lo spaventoso clown al suo interno è un'entità malvagia che ha vita propria.






Altro film da segnalare è The Vigil anche questo già disponibile nelle sale.
In questo film, un giovane a corto di denaro accetta senza troppo entusiasmo di vegliare su un defunto in cambio di denaro. Si ritroverà presto esposto a una sinistra ossessione all'interno della casa che diventerà un luogo ospitale per un'entità malvagia. Il film attinge a piene mani da una vecchia leggenda ebraica e promette atmosfere grondanti suspense e tensione.


 




Un altro film molto promettente (Il famoso scrittore Stephen King ha persino lodato le doti interpretative del protagonista, Vince Vaughn) è Freaky, in uscita il 3 Dicembre.
La trama, che non eccelle per originalità, diciamola tutta, è presto detta: la diciassettenne Millie Kessler sta cercando di sopravvivere nelle aule della sua scuola e alla crudeltà della folla popolare, quando diventa il nuovo obiettivo del Macellaio, il famigerato serial killer della sua città, che colpendola con il suo pugnale mistico, fa sì che i loro corpi si scambino, trasferendo la mente di Millie nel corpo del Macellaio e viceversa. La ragazza avrà solo 24 ore di tempo per riavere il suo corpo prima che lo scambio sia permanente.







Candyman, il sequel  del film del 1992 "Candyman - Terrore dietro lo specchio" è anch'esso previsto nelle sale italiane il 3 dicembre. Ambientato ancora una volta a Chicago, nel quartiere Cabrini-Green, un tempo zona degradata della città con abitanti per lo più afroamericani e ora location "in", popolata da bianchi benestanti. La trama ruota anche questa volta attorno al terribile mostro omicida che si materializza una volta che viene nominato cinque volte di seguito di fronte a uno specchio.








Altro film tanto atteso è The Conjuring 3 - Per ordine del diavolo", la cui uscita dovrebbe essere prevista per il 4 Giugno 2021. In questo sequel, ambientato nel 1981, i coniugi Warren si interesseranno al processo per omicidio di Arne Cheyenne Johnson, un caso che all'epoca fece scalpore perchè l'imputato, in sua difesa, aveva dichiarato di essere stato posseduto da un demone durante il crimine commesso.







Altro film, inizialmente previsto per ottobre 2020, ma la cui data di uscita è slittata di un anno (dovrebbe uscire il 15 ottobre 2021) è Halloween Kills, sequel di Halloween del 2018.
Di conseguenza è stato anche posticipata l'uscita del terzo e ultimo capitolo della saga, Halloween Ends,che dovrebbe invece arrivare nelle sale il 14 ottobre del 2022.
La trama di Halloween Kills è presto detta: vi ricordate Michael Myers morente, nel seminterrato della casa di Laurie, dove lei, sua figlia Karen e la nipote Allyson lo avevano intrappolato? Chi conosce il personaggio di Myers e la sua ostinazione a non morire  avrà già la risposta a questa domanda.







Concludiamo con un altro sequel (i produttori di Hollywood, si sa, non hanno mai avuto una fantasia fervida) in uscita anch'esso nel 2021. Stiamo parlando di Spiral - l'eredità di Saw.
In questo nuovo capitolo il cinico Zake Banks, detective di una grande città americana, si ritrova affiancato da un giovane partner appena promosso, William Schenk. I due dovranno indagare su una serie di omicidi che sembrano ispirati  a una delle storie più macabre, spaventose e disturbanti del recente passato cittadino.



Tenete conto che per i film previsti per il 2021, la data di uscita potrebbe slittare ulteriormente a causa delle problematiche legate al Covid-19, quindi consideratele come puramente indicative.
Di carne al fuoco, come vedete, ce n'è parecchia, voi quale film state attendendo con ansia? Fatecelo sapere!