Post in evidenza

Voodoo

  Il termine voodoo (o vudù) significa spirito o divinità, da alcuni tradotto anche come "segno del profondo", e ad oggi il termin...

17 luglio 2021

Andrej Romanovič Čikatilo

 





Andrej Romanovič Čikatilo, è stato un serial killer sovietico, soprannominato il Mostro di Rostov, Cittadino X, Lo squartatore Rosso e Il Macellaio di Rostov. Fu accusato di 53 omicidi (donne, bambini e adolescenti di ambo i sessi), avvenuti tra il 1978 e il 1990. Čikatilo nacque in un piccolo villaggio dell'Ucraina rurale; ebbe un'infanzia particolarmente traumatica: sullo sfondo dell'URSS che stava per entrare in guerra contro la Germania, sua madre era spesso vittima di violenze sessuali da parte dei soldati nazisti e probabilmente proprio da una di esse nacque sua sorella Tatiana. Il padre del futuro serial killer era in guerra in quel periodo e Čikatilo dormiva insieme a sua madre, bagnando frequentemente il letto. La madre, indispettita, adottava nei suoi confronti comportamenti violenti e denigratori, forse causati dal fatto che lei stessa, in prima persona, subiva violenze. Durante la Seconda Guerra Mondiale Čikatilo fu testimone dei devastanti effetti dei bombardamenti tedeschi e nella sua mente si fecero largo alcune fantasie, nelle quali portava degli ostaggi tedeschi nei boschi e li uccideva con un'esecuzione in piena regola, fantasie che poi mise in atto con le sue vittime. Suo padre, catturato ed imprigionato dai nazisti, ritornò a casa nel 1949, ma a causa dei suoi comportamenti durante la guerra venne considerato come un traditore e un codardo. Terminata la guerra, Čikatilo conseguì il diploma, ma fallì l'esame di ammissione all'Università di Mosca. Dopo aver terminato il servizio civile, nel 1960 trovò impiego come tecnico telefonico. La sua prima esperienza sessuale avvenne durante il periodo dell'adolescenza, quando a 18 anni salto addosso ad una ragazza di 13 anni (un'amica della sorella); lottò con lei sul pavimento per bloccarla e le eiaculò in faccia mentre lei cercava di scappare. Questo avvenimento lo portò ad associare il sesso alla violenza per tutta la vita. Nel 1963 si sposò con un'amica di sua sorella e dal matrimonio nacquero due figli. Si iscrisse, stavolta con successo, alla Libreria Universitaria di Arte di Rostov e nel 1971 ottenne la Laurea in Lingua e letteratura russa e tentò la carriera di insegnante a Novoshakhtinsk. Durante il suo periodo di insegnamento, infatti, spesso era obbligato a cambiare scuola perché sospettato di comportamenti scorretti, più precisamente di abusi sessuali nei confronti degli studenti. Con una simile nomea, si ritrovò ben presto a non poter più insegnare e ripiegò su un lavoro di commesso viaggiatore. Con la possibilità di muoversi liberamente all'interno dell'ex URSS grazie al suo nuovo impiego, il "Čikatilo serial killer" ebbe il via libera. Nel 1978, a Sacthy, una piccola città mineraria vicino Rostov, commise il suo primo omicidio, uccidendo a pugnalate, dopo aver tentato di stuprarla senza riuscirci, la piccola Elena Zakotnova, di nove anni. Eiaculando mentre la pugnalava, capì che quello era l'unico modo per procurarsi piacere sessuale e arrivare all'orgasmo e cioè uccidere. 




Per il crimine della piccola Elena era stato arrestato e giustiziato un innocente, Aleksandr Kravcenco, che di riflesso può essere considerato anch'egli una vittima. Čikatilo ebbe un tempo di raffreddamento abbastanza lungo, perché l'omicidio successivo avvenne nel 1982. Da quell'anno uccise molte volte, aggirandosi intorno alle stazioni di autobus o treni, avvicinando giovani vagabondi e spingendoli ad addentrarsi nei boschi limitrofi, dove infine li uccideva. Nei primi sei mesi del 1983 non uccise, ma nei mesi successivi commise quattro omicidi e nel 1984 gli omicidi furono addirittura quindici. Čikatilo solitamente tentava di avere rapporti sessuali con le vittime, ma spesso era incapace di raggiungere un'erezione, questa sua impotenza scatenava in lui una furia omicida incontrollabile, specialmente se la vittima lo derideva. Riusciva a raggiungere l'orgasmo solo quando le pugnalava a morte. Le autorità, guidate dal Maggiore Michail Fetisov, nel frattempo, cercavano in tutti i modi di tenere nascosta alla popolazione l'esistenza di un assassino seriale al fine di non diffondere il panico. Fetisov concentrò le indagini intorno a Sacthy, mentre l'esperto medico legale Viktor Burqkov ebbe la guida delle operazioni. Furono indagati tutti i malati di mente e i colpevoli di crimini sessuali e dell'area, eliminando uno a uno quelli che non erano coinvolti. Un certo numero di ragazzi confessò gli omicidi, ma erano malati di mente che ammettevano le loro colpe solo dopo lunghi e brutali interrogatori, nella speranza di porre fine alle torture. Quando la maggior parte delle vittime iniziarono ad essere ragazzi,  le comunità gay, che a quel tempo erano clandestine, furono interessate all'indagine. Čikatilo fu scoperto e intercettato nel 1984 alla fermata del bus di Rostov e fu arrestato, scoprendo così che era indagato anche per piccoli furti. Gli fu eseguito anche un esame del sangue, dato che le autorità stavano monitorando quasi duecentomila sospetti, ma il suo gruppo sanguigno non combaciava con quello identificato e isolato dallo sperma rinvenuto su alcune scene del crimine. Alcune fonti citano questo episodio come dimostrazione di una anomalia genetica. Infatti il medico legale affermò che Čikatilo doveva essere un individuo unico, nel quale il tipo di sangue differiva se analizzato in un campione ematico e in un campione di liquido seminale. Nessun altro scienziato di allora prese sul serio quella teoria e tutti pensarono semplicemente che vari campioni fossero stati mischiati erroneamente. In seguito, però, la teoria del medico legale si dimostrò corretta. Čikatilo fu accusato di altri crimini e condannato ad un anno di prigione, ma dopo solo tre mesi, nel dicembre del 1984, fu liberato. Trovò un nuovo lavoro a Novocerkassk e mantenne un basso profilo. Fino all'agosto del 1985 Čikatilo non uccise più, probabilmente condizionato dall'arresto subito e dal fatto che probabilmente lo stavano tenendo d'occhio, anche perché un cambio della guardia a capo dell'indagine fece sì che le ronde sul territorio fossero sempre più frequenti, obbligandolo a evitare di esporsi. Riprese a uccidere nel 1987, uccidendo due donne in due differenti occasioni. Durante un viaggio di lavoro a Revda, in Ucraina, uccise un giovane ragazzo. Uccise ancora a Zaporizzja in giugno e a San Pietroburgo in settembre. La polizia ingaggiò anche uno psichiatra, la prima volta nel Paese in un'indagine su un omicidio seriale. Nel 1988 Čikatilo tornò ad uccidere, stavolta lontano dall'area di Rostov. Uccise una vittima a Krasny-Sulin in aprile e altre otto persone durante il resto dell'anno, di cui due a Sacthy. Successivamente ci fu una lunga pausa prima di nuovi omicidi: sette ragazzi e due donne tra gennaio e novembre del 1990. La scoperta di nuove vittime portò ad un'operazione massiccia da parte della polizia. il 6 novembre del 1990, Čikatilo uscendo da un boschetto dopo aver ucciso Sveta Korostik, la sua ultima vittima, fu intercettato da un agente che si insospettì per il suo comportamento e ne controllò i documenti, senza però metterlo in stato di fermo. Da allora fu messo sotto stretta sorveglianza, con degli agenti impegnati a seguirlo sotto copertura. Il 20 novembre 1990, Čikatilo girò la città tentando di avvicinare i bambini che incontrava sulla strada. Entrò in un bar, dopo aver girato per ore a piedi, e comprò una lattina di birra, gesto che lasciò la polizia del tutto confusa. Perchè mai uscire di casa e girare per ore solo per acquistare una lattina di birra da 330 millilitri? L'insistenza con la quale tentava di avvicinare i bambini aveva comunque convinto la polizia ad arrestarlo appena fuori dal bar. Uno degli investigatori riuscito a entrare in sintonia con lui, convincendolo che lo avrebbero aiutato a guarire, riuscì a ottenere una piena confessione, il cui racconto narrava di ben 56 omicidi, circa venti in più rispetto a quelli noti agli investigatori. 


Durante il processo

Čikatilo fu processato il 4 aprile del 1992. Nonostante il suo comportamento irriverente in aula, fu giudicato sano di mente. Durante il processo fu tenuto in gabbia al centro dell'aula, come reso celebre delle immagini circolate in seguito; tale misura aveva lo scopo di proteggerlo dai parenti delle vittime. Il processo terminò a luglio e la sentenza fu posticipata al 15 ottobre, quando fu dichiarato colpevole di 52 omicidi dei 53 omicidi (dei 56 da lui confessati, tre non gli furono attribuiti per via dell'avanzato stato di decomposizione delle vittime, che ne impedì il riconoscimento) e condannato a morte, condanna che avvenne  il 14 febbraio 1994, con un colpo alla nuca, nella prigione di Rostov.


Foto di alcune delle 53 vittime


Su questi avvenimenti sono stati girati dei film: 

•Cittadino X; uscito nel 1995         
               


•Evilenko; uscito nel 2004 


•Childd 44 - Il bambino n. 44; uscito nel 2015 




Fu anche scritto un libro dal titolo "Il giardino delle mosche. Vita di Andrej Čikatilo", scritto da Andrea Tarabbia.




Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono sempre apprezzati, purché rispettino la natura del blog. Eventuali commenti offensivi o inopportuni non verranno pubblicati.